“La storia nella sintassi umana”

“Quanto indietro è possibile andare nella ricostruzione delle origini e della diversificazione delle popolazioni e delle culture umane?

Negli ultimi 250 anni, la linguistica ha contribuito a rispondere a questa domanda tracciando la storia delle relazioni genealogiche fra le lingue del mondo e la loro diversificazione nel tempo. I metodi tradizionali di comparazione linguistica hanno permesso di risalire fino a circa 4000-5000 anni dalle prime attestazioni delle famiglie ricostruite, ma non permettono di andare più indietro perché le corrispondenze sulle quali si basano non sono identificabili oltre certi limiti di tempo.

D’altra parte, altre scienze storiche contemporanee, come ad esempio la genetica di popolazioni, hanno sperimentato strumenti e metodi che hanno permesso scoperte rivoluzionarie sulla storia dell’umanità. La chiave che ha innescato queste scoperte è stata l’adozione, come caratteri tassonomici, dei marcatori genetici (e oggi dei tratti genomici), che sono astratti, invisibili in superficie ma responsabili della variazione fenotipica, e poco soggetti a cambiamenti indotti da fattori esterni. Grazie all’uso di questi caratteri è stato possibile ricostruire la storia delle migrazioni umane con una raffinatezza e una profondità temporale senza precedenti. La sfida della linguistica storica contemporanea è dunque quella di individuare strumenti e metodi altrettanto potenti, in grado di superare i limiti temporali dei metodi comparativi tradizionali, e capaci di produrre risultati altrettanto profondi nella ricostruzione della preistoria linguistica dell’umanità.

Il Metodo di Comparazione Parametrica (PCM, www.parametricomparison.unimore.it) risponde a questa sfida adottando come caratteri tassonomici i parametri sintattici, che sono entità cognitive astratte codificate nella capacità linguistica dei parlanti, invisibili in superficie ma responsabili della variazione strutturale fra le lingue, e, in linea di principio, poco esposti a mutamenti estemporanei. Grazie al PCM si è scoperto che questi caratteri contengono un segnale storico misurabile, che permette di ricostruire relazioni genealogiche fra le lingue con una profondità temporale assai maggiore rispetto a quella raggiunta dai metodi comparativi tradizionali.”