In morte di Peppino Leone

È scomparso ieri, 17 aprile, il fotografo Giuseppe Leone. La Struttura Didattica Speciale di Ragusa si unisce al cordoglio di tutta la città e dei familiari. Così lo ricorda Giuseppe Traina, professore di Letteratura Italiana e amico personale del maestro: «Peppino Leone ha saputo catturare con i suoi scatti l'anima del popolo ragusano e siciliano nei tanti libri sgranati lungo sessant’anni e più di lavoro; libri dedicati al paesaggio siciliano, alla vertiginosa bizzarria dell’arte barocca, ai riti comunitari (tra i quali il matrimonio), alla birbante innocenza dei bambini, alle scene di vita colte per la strada, per le strade di un’isola che per lui non aveva segreti. La sua collaborazione con Sciascia, Consolo, Bufalino ne ha fatto l'interlocutore ideale dei migliori scrittori in un’irripetibile stagione culturale di un'isola proiettata verso l'Europa e il Mediterraneo, nonché uno dei massimi rappresentanti della straordinaria fioritura della fotografia d’arte nella Sicilia di secondo Novecento, insieme a Ferdinando Scianna, Enzo Sellerio, Letizia Battaglia, Melo Minnella, Giovanni Chiaramonte. Se gli scatti di Peppino Leone erano quelli di un autentico “ladro di luce”, come lo definì un giorno Bufalino, si trattava però di furti a scopo di custodia: perché le sue immagini hanno preservato certi istanti della storia isolana dalla trascinante potenza dell’oblio ma d’altra parte ne hanno rilanciato verso il futuro le trasformazioni che il lampo del suo occhio sapeva cogliere: e quando queste trasformazioni antropologiche e culturali non gli piacevano, Leone non mancava di manifestare il dolore e la rabbia per un patrimonio umano e urbanistico che si disgregava senza che nessuno, o pochissimi, cercasse di difenderlo. Il suo occhio fotografico era, insomma, tutt’altro che impartecipe e le sue opere sembravano (e sembrano) reduplicare l’alternarsi della sua irresistibile e gioiosa risata, la risata di una persona innamorata della vita, al prorompere irrefrenabile della sua indignazione civile».